Musicalmente acqua
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Musicalmente acqua
[Classi Terza A, B, C, D]
Se ascoltiamo bene i suoni intorno a noi possiamo percepire tutta la musica che l’acqua può offrire.
La goccia nel lavandino ha un ritmo, come la pioggia.
Il ruscello o la fontana in piazza cambiano melodie a seconda del periodo dell’anno: se l’acqua è gelata oppure scarseggia e quindi è torbida, oppure cristallina in primavera.
Quasi tutte le attività hanno bisogno dell’acqua, non solo le città sono costruite intorno ad un corso d’acqua, le attività agricole, ma anche le attività industriali: i mulini, le ferriere, le filande, le acciaierie, le concerie …
I canti servivano a dare un ritmo al lavoro, il duro lavoro collettivo; le mondine, ad esempio, pur lavorando tutto il giorno nell’acqua intonavano una insistente cantilena per chiedere l’acqua e dissetare le loro gole arse per la calura.
I canti dei pescatori e dei gondolieri servivano a muoversi a tempo e non finire in acqua.
I neri catturati in Africa e trasportati come schiavi in America portarono con sé la loro musica, segnando l’inizio di una nuova tradizione culturale, definita afro-americana, frutto dell’originale incontro tra il patrimonio musicale africano e quello europeo.
I neri che lavoravano nelle piantagioni del sud usavano accompagnare il proprio lavoro e coordinare i movimenti con i cosiddetti work songs (canti di lavoro).
Tutti i canti servono a conservare la memoria, sia essa di appartenenza ad una terra, conoscenze di manualità e tradizioni, il piacere della contemplazione.
Secondo una teoria, l’acqua conserva memoria di ciò che attraversa, epoche storiche, tristezza o gioia, oltre che gli elementi della montagna dalla quale sgorga o quello che trascina verso la pianura.
Che cosa ricorderà di noi?
Che la inquiniamo, che la diamo per scontata.
Che la vediamo uscire solo dai rubinetti e la compriamo, confezionata nella plastica, al supermercato. La lasciamo scorrere nella doccia o dallo sciacquone senza più chiederci da dove viene e dove va, non la sappiamo più ascoltare.
Mentre nel resto del mondo la percentuale di coloro che hanno accesso all’acqua potabile è bassissimo, sono fortunati coloro che ne possono averne venti litri al giorno per tutti gli usi: bere, lavarsi e cucinare. Una volta bisognava fare chilometri per approvvigionarsi di acqua, ma non esisteva l’acqua non potabile, esisteva quella con effetti miracolosi, donava l’eterna giovinezza o preziosi minerali.
Tuttora esce calda e benefica dalle viscere della Terra, lava dai peccati e benedice, canta nelle gole al disgelo.
Ed è sempre la stessa Acqua …
A conclusione del nostro percorso interdisciplinare, abbiamo prodotto e realizzato con i nostri insegnanti un testo teatrale, liberamente tratto dal libro L’acqua e il mistero di Maripura, che evidenzia la relazione dell’uomo con questo prezioso elemento, indispensabile per tutti, ma non ancora sufficiente per tutti.
Nel copione sono stati inseriti canti di ieri e di oggi, testi poetici e musiche suonate con il flauto dolce, che esprimono le diverse emozioni suscitate dal racconto e il nostro entusiasmo nel rappresentare i valori positivi per conservare ciò che abbiamo ricevuto in dono.
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