Racconti di paura
Alunni > Spazio Libero > Componimenti degli alunni > Racconti di paura
Nel castello
Quello che sto per raccontare è un incubo che mi ha veramente terrorizzata.
Il sogno era cominciato bene perché dovevo partecipare ad una gita scolastica in cui era prevista la visita ad un antico castello e la cosa mi incuriosiva molto. Però ad un tratto mi ritrovai da sola in una grande stanza con dei quadri che mi facevano delle facce. Spaventatissima, corsi alla porta per scappare, ma la trovai chiusa con un catenaccio.
Incominciai a urlare a squarciagola chiamando i miei compagni, ma sentii solo un rumore di catene e la porta si aprì magicamente. Mi misi a correre più veloce del vento, scendevo i gradini a due a due e, quando finalmente riuscii a spalancare una porta, mi ritrovai nella sala delle torture, con un uomo enorme che sembrava aspettarmi.
Chiusi gli occhi e pensai che per me era arrivata la fine. Sentivo il rumore della frusta che si avvicinava e finalmente aprii gli occhi e, con il cuore in gola per la prima volta, fui felice di essere stata svegliata dal rumore del camion del mio vicino di casa che non parte mai.
Giada, classe Quarta San Giorgio, 2009/2010
Gli alieni
Una sera stavo dormendo tranquillo nel mio letto, quando all’improvviso un rumore mi svegliò, mi guardai intorno seduto sul letto e, sentendo quei rumori, mi alzai e andai verso la cucina. Provai ad accendere la luce, ma non c’era corrente e presi una torcia. Mi accorsi che i rumori venivano dal ripostiglio e, anche se morivo di paura, entrai a vedere. Appena entrato, vidi un bambino seduto per terra che piangeva, allora gli chiesi come si chiamava e perché fosse nel mio ripostiglio, ma lui non rispose e continuò a guardarmi.
Poi mi avvicinai e lui con le braccia si coprì la faccia. Gli dissi di non avere paura, che non gli avrei fatto niente… allora lui iniziò a dirmi di non fargli del male e di non picchiarlo.
Io gli risposi di stare tranquillo, che tanto avevo capito chi era: “Tu sei un umano e non hai capito chi comanda qui e che voi siete destinati all’estinzione”. All’improvviso mi spuntarono due denti come zanne, le unghie diventarono come artigli e sulla schiena mi spuntarono delle scaglie; poi mi buttai sul bambino e me lo mangiai. Alla fine tornai nel mio letto a dormire.
Gabriele, classe Quarta San Giorgio, 2009/2010
Uno spavento… da orsi!
Un giorno decisi di andare a fare un’escursione. I miei genitori portarono me, Giulia e Teo in montagna. Teo era il più fifone di tutti e appena scesi dall’auto iniziò a sbattere i denti. Mamma e papà andarono alla baita e dissero che sarebbero tornati due giorni dopo.
Camminammo e camminammo finché non raggiungemmo una caverna in cui ci accampammo. Eravamo esausti per via della lunga camminata. Mangiammo una pizza ai funghi di montagna (l’abbiamo mangiata perché eravamo in montagna) e ci siamo infilati nei sacchi a pelo. Ci addormentammo praticamente subito. Ci sembrava che fosse stata una nottata tranquilla, ma… le nostre scorte di cibo erano state divorate, Giulia era ferita su una guancia, il sacco a pelo di Teo era rotto ed io non avevo più i soldi. Allora ci demmo da fare e Teo andò a pescare, io andai a cercare della frutta spontanea e Giulia cucinava. Io sapevo cucire e Giulia aveva portato ago e filo. Riparai il sacco a pelo di Teo.
La madre di Teo era paranoica (dava a suo figlio ancora il pannolone e il lettino con le sbarre!) e di conseguenza aveva del disinfettante per Giulia. Quella notte rimanemmo svegli e preparammo una trappola per il nemico. Sentimmo dei passi in lontananza. Sembrava un orso. Inciampò nella trappola, cadde e Teo con la benda pronta lo legò.
Quello che sembrava un enorme orso cattivo, ero solo un innocuo cucciolo di orso affamato. Scaldammo un po’ di pesce avanzato e lui se lo mangiò con gusto. Arrivò mamma orsa che, infuriata, prese il piccolo e se lo portò via. Poi tornò. Noi lanciammo un urlo e scappammo. Al mattino stavamo ancora correndo verso la baita di mamma e papà. La mamma ci tranquillizzò e tornammo a casa spaventati, ma felici che tutto fosse passato.
Federica, classe Quarta San Giorgio, 2009/2010
La cantina stregata
Nel giorno della vendemmia io mi ero nascosto in una cantina, dove si diceva che fosse morta una bambina.
Non c’era luce, allora avevo preso una candela. Ad un tratto avevo sentito uno scampanellio e mi spaventai. La luce della candela si spense. Avevo paura, allora mi trovai a terra e sentii un morso e dei capelli. Poi, mi misi a scappare e trovai un’altra candela, ma non poteva accenderla perché avevo finito i fiammiferi. Trovai una porta, però ce ne erano altre due. Io presi quella a destra ma era sbagliata! Sentii ancora quello scampanellio.
Ero nel capanno degli attrezzi e mi sentii toccare alle spalle e scappai via. Trovai la porta, uscii nel retro e dissi allo zio che girava il fantasma della bambina. Gli dissi ancora che avevo sentito uno scampanellio, un morso, dei capelli, toccarmi alle spalle e che si era spenta la candela. Lo zio rispose che lo scampanellio era provocato da due falci appese a un filo che si toccavano, il morso era provocato da una sedia a sdraio che si chiudeva, i capelli erano della paglia, sentirsi toccare alle spalle erano stati cinque cacciaviti e la candela che si spense era stato il vento. Il fantasma della bambina era solo una storia per non fare andare nessuno nella cantina.
Appena finite le spiegazioni, andammo a far la vendemmia.
Andrea, classe Quarta San Giorgio, 2009/2010
L’isola infuocata
Dave e Daisy erano in viaggio per Londra quando l’aereo si ruppe in due catapultandoli fuori e caddero su un isola.
Di notte sentirono strani versi e, per vedere meglio, accesero un fuoco e loro caddero a terra stecchiti e strapazzati!
Il giorno dopo, usando pezzi di metallo trovati lungo la spiaggia, costruirono una nave ma all’improvviso spuntò un drago marino che si mise a scuoterli e, a un certo punto, si ritrovarono nell’aereo ancora intero… era solo un sogno!
Gabriele, classe Quarta San Giorgio, 2009/2010
Un libro strano
C’era una volta una donna che costrinse il bambino a leggere un libro non adatto a lui.
Quando lo aprì vide tutte le pagine vuote.
Il bambino si stufò e andò in camera.
Ad un tratto uscirono dal libro tanti mostri, poi si ritrovò in una segreta da cui non poteva più uscire.
Dopo uscì il mostro supremo che attaccò ma il bambino prese la spada e si difese.
Il mostro morì e il bambino tornò a casa.
Cristian e Vanessa, classe Quarta San Giorgio, 2009/2010