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L’articolo 9 della Costituzione

    L’articolo 9 è il più originale della nostra Costituzione, quello che meglio rispecchia la storia e l’identità italiana

    Carlo Azeglio Ciampi“La sua lettura è stata precisata e consacrata al massimo livello da alcune importanti sentenze della Corte Costituzionale. Vorrei qui citarne solo due, che hanno attinenza a temi in discussione oggi.

    Secondo la prima (151/1986), l’articolo 9 sancisce “la primarietà del valore estetico-culturale”, che non può essere “subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici”, e pertanto dev’essere “capace di influire profondamente sull’ordine economico-sociale”. Quando si parla di unità d’intenti fra imprese e Stato nella tutela, non dobbiamo dimenticare questo punto, né farci catturare dall’idea un po’ facilona secondo cui il turismo sarebbe la massima industria del Paese e i beni culturali il suo prodotto.

    I beni culturali e il paesaggio devono essere tutelati non solo per offrirli ai turisti, bensì di per sé: non sono un prodotto, sono la nostra storia, la nostra anima. Il turismo di massa (ce lo ha ricordato Hugues de Varine) produce usura del patrimonio, dunque richiede un accrescimento di tutela, e non la nostalgia del Grand Tour riservato a ristrette élites. Come ci ha detto Ermanno Olmi, il paesaggio reale che ci circonda e il paesaggio morale che è dentro di noi si riflettono mutuamente: la devastazione dell’uno produce la devastazione progressiva dell’altro e dobbiamo saper fermare in tempo questo degrado.

    La sentenza della Corte (269/1995) dice: “Il regime giuridico, fissato per le cose di interesse storico artistico, trovando nell’art. 9 della Costituzione il suo fondamento, si giustifica nella sua specificità, in relazione all’esigenza di salvaguardare beni cui sono connessi interessi primari per la vita culturale del paese. L’esigenza di conservare, di garantire la fruizione da parte della collettività delle cose di interesse storico artistico, giustifica l’adozione di particolari misure di tutela da parte dell’amministrazione”.

    Carlo Azeglio CiampiQuesta sentenza rende chiaro ed esplicito che il principio costituzionale contenuto nell’articolo 9 presuppone, anzi impone, che la Repubblica abbia proprie norme di tutela (che quando la Costituzione fu approvata e promulgata erano le leggi Bottai, dalle quali deriva ancora la sostanza del Codice dei Beni Culturali oggi in vigore), e che tali norme siano salvaguardate e applicate per cura di apposite strutture pubbliche (le Soprintendenze): il sistema della tutela è perciò organicamente connesso al dettato della Costituzione, ne costituisce a un tempo il necessario presupposto e un indispensabile meccanismo attuativo. La tutela prescritta dall’articolo 9 non è un pio desiderio né un principio astratto, ma si incarna in norme e in strutture dello Stato.

    La funzionalità della pubblica amministrazione della tutela dev’essere garantita dallo Stato, perché è prescritta dalla Costituzione.
    Se non garantiamo la piena funzionalità delle Soprintendenze (come si è fatto col lungo blocco delle assunzioni), violiamo la Costituzione”.

    Carlo Azeglio Ciampi

    decimo Presidente della Repubblica Italiana, dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006

     

    Mahatma Gandhi

    Il Mahatma Gandhi

    La cultura della mente deve essere asservita al cuore.

    (Gandhi)

    Logo di Italia Nostra

    Il paesaggio non è soltanto naturale, ma è costituito da quell’insieme di forme il cui valore è ravvisato nell’opera dell’uomo inserita in un ambiente, vale a dire nell’espressione di una dinamica di forze naturali e forze umane.

    (Renzo Segalla – Italia Nostra)

     

    Come nacque l’articolo 9

    Sono generalmente indicati come i padri dell’articolo 9 Concetto Marchesi e in subordine Aldo Moro. Da una lettura estesa degli atti risulta che questo è sostanzialmente corretto: Marchesi volle l’articolo sulla protezione dei monumenti (storici, artistici, naturali) come affermazione di principio, Moro era più interessato ad altri aspetti della discussione ma collaborò alla sua stesura comprendendone l’importanza, a differenza di altri nella sua stessa parte politica.

    Tale patrimonio è un bene che contribuisce al benessere dei cittadini che ci abitano; infatti natura, bellezza e cultura sono beni importantissimi che migliorano la qualità della vita.

    Da un’attenta analisi della storia di Mortara, è nato in noi il desiderio di approfondire le  conoscenze artistiche della nostra città, per accostare le persone e soprattutto gli alunni all’arte, che riteniamo essere uno strumento privilegiato in grado di elevare l’animo umano. Facciamo nostra la dedica scritta sull’ultima pubblicazione relativa al Teatro Vittorio Emanuele, perché ci sembra esprimere in modo efficace il nostro pensiero.

     

    Ai Mortaresi di ieri

    che hanno lasciato questo tempio di arte e di cultura…

    e a quelli di oggi

    con l’auspicio che lo conservino

    e lo facciano rivivere…”

     

    Un'antica cartolina di Mortara

    Un'antica cartolina di Mortara

    San Lorenzo Mortara